Pubblico impiego e mobilità individuale tra pubbliche amministrazioni
Gentili Signori, sono un dipendente civile del Ministero Difesa categoria B posizione economica B2; vorrei partecipare ad alcuni bandi di mobilità volontaria (Dlgs 30 marzo 2001 n. 165 art.30) presso gli enti locali (comune, provincia). Questi enti hanno pubblicato il bando inserendo un certo fabbisogno per la categoria C1. Ora sia il B2 del Ministero della Difesa sia il C1 degli enti locali si accede, normalmente, tramite diploma di scuola superiore. Il problema è che gli uffici del personale, per poter valutare l'equivalenza tra i profili appartenenti ai diversi comparti, usano una tabella presente nel DPCM n.446 del 2000 art.5 comma 1. Pertanto, secondo questa tabella, per poter accedere al C1 degli enti locali dovrei avere la posizione B3 (e non B2) nel Ministero difesa.
Tuttavia, leggendo su internet (http://www.impi.it/schemaqf.php#dpcm446) mi è parso di capire che questa tabella è solo una linea guida e che nessuna legge stabilisce l'equiparazione proposta nella suddetta tabella.
Infatti, in un altro sito (http://www.impi.it/normativa.php#Esempi_Aree) viene riportato un esempio di come una persona possa passare da un livello funzionale ad un altro.
Potreste Voi indicarmi la strada da seguire per dimostrare che posso passare dal B2 ministero al C1 comune ... naturalmente se è possibile.
Faccio presente che sono idoneo a B3 e C2 nel Ministero Difesa sempre nello stesso settore, posseggo una laurea ed un dottorato di ricerca.
Grazie
In riferimento al suo quesito, occorre esprimere alcune, ineludibili, premesse:
1) la posizione giuridica b2 ( ex quinto livello ) non esiste piu’. Essa, nella nuova declaratoria dei profili professionali previsti dall’ultimo ccnl “ministeri”, corrisponde ad una posizione meramente economica, ossia la f2 della seconda fascia. Pertanto, l’eventuale declaratoria dei “mestieri professionali” prevista nell’ambito del contratto integrativo di ministero non ha rilevanza ai fini dell’equiparabilita’ finalizzata ad un’eventuale mobilita’ intercompartimentale;
2) in alcune amministrazioni ( vedasi agenzie fiscali ) è invalsa la prassi di inquadrare il personale “mobilitato” in ragione dell’equiparabilita’ del trattamento economico principale
( es, se lo stipendio dell’amministrazione di provenienza è pari a quello di un terza area – f3, l’agenzia delle entrate provvede – com’è avvenuto in alcuni casi – all’inquadramento nella predetta posizione economica. Cio’, a prescindere dal livello “giuridico” di provenienza ).
Premesso cio’, la cosa piu’ importante per lei è ottenere il nullaosta in uscita dal suo Ente.
Atteso quanto, seppur succintamente riportatole, non risulta piu’ esser tassativamente cogente -anche in virtu’ del nuovo ordinamento del comparto ministeri ( di cui al punto 1)- che lei, per esser inquadrato in area c- enti locali, debba esser un ex b3 ( ex sesto livello ).
Dovrebbe, poi, sondare diversi enti locali ( al fine di farsi prospettare la concreta situazione che le si potrebbe appalesare nell’ente di destinazione -inerente alla collocazione in esito ad esperimento di procedura di mobilita’ intercompartimentale ex d.lgs. 165/01 cosi’ come novellato dalla successiva legislazione di settore- ) Circa il nullaosta in uscita, le, infine, preciso che si è in attesa di un decreto interministeriale di attuazione della novella normativa ( disposta dal d.lgs. 150/09 ) in tema di mobilita’ fra p.a..
Piu’ nello specifico, dovrebbe poter bastare il nullaosta ( il “gradimento”) dell’ente ricevente.
Ma è ancora, utilizzando un eufemismo di comune fruibilita’, “tutto in alto mare”. Sperando d’averle fornito chiarimenti atti ad orientarla nelle scelte che dovra’ fare, mi è gradito porgerle distinti saluti.